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Apparecchio in grado di trasformare in moto rotatorio continuo il movimento di un galleggiante - Ing. Alfredo Roggero
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L'impresa di costruzioni genovese Cementi Armati, propose al Comune di sperimentare un apparecchio in grado di sfruttare il moto ondoso del mare, che, si componeva di: due rocchetti liberi e due ruote dentate ed era completato da un sistema di ruote, anch'esse dentate, per poter aumentare a piacere la velocità di rotazione; veniva così escluso qualsiasi organo meccanico delicato. Così veniva trasformato in moto rotatorio continuo il movimento di un galleggiante (boa), che poteva avere diverse ampiezze (da 0,05 a 10 metri). L'apparecchio andava fissato su scogliere sopraelevate sul mare da 1 a 50 metri e il moto di vai e vieni delle boe veniva trasmesso all'apparecchio mediante una fune attaccata, da un capo, alla boa e dall'altro, ad un contrappeso. Non richiedendo costose costruzioni in mare, le mareggiate non potevano quindi causare alcun danno se non l'eventuale, ma difficile, strappo di qualche ormeggio delle boe. La puleggia motrice dell'apparecchio comandava una pompa aspirante e premente che sollevava l'acqua all'altezza desiderata. Solo in rarissimi casi, inoltre, poteva essere opportuno sganciare le funi dell'apparecchio, che funzionava sia in presenza di bonaccia che con mareggiate anche di notevole intensità. Studi effettuati evidenziavano, inoltre, che la sospensione del funzionamento potesse durare al massimo da tre a cinque giorni, per cui realizzando un serbatoio di capacità un po' superiore al necessario, sarebbe stato possibile garantire una quasi totale costanza di funzionamento.
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Lettera dell'impresa costruzioni Cemento Armato al Sindaco dove viene descritto il funzionamento e i vantaggi dell'impianto di sollevamento d'acqua marina.
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Vedi anche - Il progetto La presa Il serbatoio Le turbo-pompe I tubi Le fontane L'utilizzo Cronologia |
